Se TikTok, Instagram e Facebook fossero luoghi che potremmo visitare nella vita reale, la maggior parte dei genitori non lascerebbe mai da soli i propri figli. Tuttavia, sebbene le piattaforme di social media chiedono ai loro utenti di avere almeno 13 anni (perché la legge impedisce alle aziende di raccogliere i dati dei più piccoli), abbiamo parlato con bambini di soli 4 anni che frequentavano quotidianamente siti di social networking.
Per comprendere meglio in che modo i bambini utilizzano i social media e scoprire i rischi che ne derivano, ExpressVPN ha condotto un sondaggio su oltre 2000 bambini che hanno accesso a internet con un’età compresa tra i 4 e i 13 anni negli Stati Uniti e nel Regno Unito, oltre a genitori e tutori (oltre 2000 adulti).
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Questo sondaggio svela la frequenza con cui questi bambini visitano i social media, i pericoli che corrono quando utilizzano queste piattaforme e in che modo i genitori gestiscono questa realtà.
In questo articolo sveleremo cosa abbiamo scoperto, dando anche qualche suggerimento ai genitori sul modo in cui possono proteggere i propri figli online.
Alcuni bambini di soli 4 anni passano anche 21 minuti al giorno sui social media
Sebbene solo un quarto dei genitori intervistati dichiara di permettere ai propri figli di età compresa tra i 4 e i 13 anni di avere un account sui social media, più della metà dei loro figli, il 2% negli Stati Uniti e il 21% nel Regno Unito, ha ammesso di utilizzare i social media.
Un numero significativamente maggiore di ragazzi statunitensi (63%) rispetto a quelli britannici (53%) utilizza i social media. E questi ragazzi trascorrono in media 28 minuti al giorno sulle piattaforme social.
Non sorprende il fatto che più questi bambini diventano grandi, più tempo trascorrono sui siti di social media. Mentre i tredicenni americani e britannici trascorrono in media 45 minuti al giorno, i bambini di 4 anni che accedono alle piattaforme social registrano una media di 21 minuti al giorno.
I genitori sanno ciò che i loro figli fanno online? Praticamente nessuno dei genitori intervistati ha detto che non controlla l’attività dei propri figli su internet in un anno. Sebbene alcuni si informino più frequentemente di altri, il 54% ha dichiarato di controllare l’attività online dei figli ogni giorno o più di una volta al giorno.
I metodi più utilizzati sono il controllo di cellulari e tablet, la limitazione all’accesso, la sorveglianza dei figli mentre sono online o l’uso di software o applicazioni per il controllo parentale.
Per quanto riguarda le attività online con cui i genitori si sentono a proprio agio, l’87% dichiara di permettere ai propri figli di guardare video su siti come YouTube e Netflix. Oltre l’80% permette ai figli di giocare online, mentre il 28% dichiara di non avere problemi a consentire ai figli di accedere a internet per consultare articoli.
Dato che solo una piccola percentuale di genitori permette ai propri figli di avere un account sui social media, si può solo ipotizzare che molti dei ragazzi che usano i social media lo facciano all’insaputa o sotto la supervisione dei genitori, accedendo alle piattaforme quando è stato loro permesso di usare internet per altri scopi.
Le principali minacce che i bambini devono affrontare online
Essere genitori comporta numerose preoccupazioni, ma nell’era dei social media le mamme e i papà si trovano di fronte a un nuovo tipo di problema. La maggior parte dei genitori conosce i potenziali pericoli che derivano dall’uso dei social media: cyberbullismo, invasione della privacy, depressione derivante dal confronto con gli altri e, cosa più preoccupante, molestatori che cercano i bambini più piccoli.
Quando abbiamo chiesto ai genitori quali fossero le principali minacce online, il 59% degli intervistati ha dichiarato di essere più preoccupato che il proprio figlio sia vittima di bullismo. Seguono i timori che il figlio venga adescato da un molestatore online, il timore che il figlio possa imbattersi in contenuti offensivi e il rischio di cyberstalking o molestie da parte di altri utenti.
Ma cosa dicono di sperimentare in rete i bambini? Il disturbo più grande per i bambini intervistati è quello di imbattersi in qualcuno che sia scortese o che dica parolacce online (34%), mentre il secondo posto è occupato da video paurosi, seguiti da immagini spaventose.
A conferma dei timori dei genitori, il 22% dei bambini ammette di essere stato vittima di cyber-bullismo. Il 17% dei bambini intervistati si è sentito chiedere da uno sconosciuto quale scuola frequenta e il 14% ha dichiarato che gli è stato chiesto l’indirizzo di casa.
Alcune delle piattaforme su cui i bambini affermano di sperimentare questi scenari più frequentemente sono:
Negli USA
- YouTube (43%)
- Facebook (35%)
- TikTok (28%)
- Roblox (27%)
- Instagram (26%)
Nel Regno Unito
- Roblox (34%)
- YouTube (34%)
- TikTok (25%)
- Fortnite (21%)
- Facebook (16%)
I bambini sentono il bisogno di mentire quando sono sui social media
Non sorprende che, poiché i social network non consentono l’accesso ai minori di 13 anni, alcuni dei bambini intervistati (24%) abbiano ammesso di aver mentito sulla propria età sui social media.
Circa un ragazzo su sei ha dichiarato di aver mentito sul proprio indirizzo o sulla propria posizione sui social network, su ciò che stava facendo quando gli è stato chiesto e sul proprio aspetto.
Anche se non abbiamo chiesto le ragioni per cui mentono, il fatto che alcuni bambini mentano su dove vivono, cosa fanno e che aspetto hanno sui social media, indica che sentono il bisogno di proteggersi online, probabilmente dagli estranei. Inoltre, si potrebbe dedurre che stiano cercando di aderire a norme sociali irrealistiche e alle pressioni che i social media esercitano su di loro, il che potrebbe essere dannoso per la loro salute mentale.
Poiché si prevede che l’uso dei social media da parte dei bambini aumenterà con l’aumentare del numero di ragazzini che hanno accesso a internet, la necessità di insegnare ai bambini la sicurezza sui social media è davvero molto importante.
Genitori, scuola e compagni, insegnano ai bambini come proteggersi online
Il 76% dei genitori concorda sul fatto che siano loro a dover insegnare ai bambini come stare alla larga dai social media e come proteggersi online. Questo dato è stato confermato anche dai bambini intervistati: infatti, oltre l’84% ha dichiarato che genitori e tutori li hanno istruiti sulla sicurezza di internet.
Mentre solo un piccolo numero di genitori ritiene che le scuole (8%) e le società di social media (5%) debbano essere le maggiori responsabili dell’insegnamento ai bambini della sicurezza sui social media, circa la metà dei bambini, il 57% nel Regno Unito e il 40% negli Stati Uniti, riferisce di averlo imparato a scuola, mentre il 17% dice di essere stato istruito dagli amici.
5 consigli per proteggere i bambini online
Bambini e adolescenti passano moltissimo tempo davanti agli schermi. Non solo la maggior parte delle scuole incoraggia l’e-learning per svolgere i compiti scolastici (soprattutto dopo la pandemia), ma internet è fondamentale per i ragazzi che desiderano tenersi in contatto con amici e familiari.
Poiché l’esposizione dei bambini a internet e alle piattaforme di social media è inevitabile, ecco le misure che potete adottare per proteggerli il più possibile online:
1. Impostare il parental control
Attivare il parental control sui dispositivi e le applicazioni presenti in casa, può aiutare a limitare la quantità di tempo trascorso davanti a uno schermo e a controllare ciò a cui i bambini sono esposti quando navigano online.
Utilizzando il parental control, è possibile:
- Gestire i contenuti a cui ogni membro della famiglia può accedere
- Impostate filtri specifici sui contenuti per bloccare le app che presentano immagini, testi o video inappropriati
- Stabilire un orario in cui il bambino può accedere a internet per navigare
- Impostare un limite di tempo per la navigazione online
È bene assicurarsi di aggiungere il parental control a tutte le piattaforme a cui il bambino può avere accesso, comprese le piattaforme di comunicazione come:
- Console di gioco
- App e qualsiasi servizio/gioco online
- Motori di ricerca, come Google e Yahoo, ecc.
- Banda larga e Wi-Fi di casa
2. Avere una comunicazione aperta con i bambini
È importante che i nostri figli si sentano abbastanza a proprio agio da condividere qualsiasi cosa con noi. Promuovere l’onestà è fondamentale per far sì che i nostri figli si fidino di noi e condividano tutto ciò che di inappropriato trovano online, compreso se sono vittime di cyberbullismo o meno.
In caso di difficoltà a convincere il proprio figlio ad aprirsi, ecco alcuni metodi da provare:
- Chiedere loro di scrivere su un foglio di carta, che possono mettere in un barattolo specifico per farlo leggere in seguito ai genitori quando non sono presenti.
- Chiedere ai figli di scrivere un messaggio o un’email per informare il genitore di qualsiasi evento strano che stanno vivendo online.
- Fare in modo che i propri figli siano a conoscenza della possibilità di contattare il Telefono Azzurro se desiderano parlare con qualcuno che non faccia parte della propria famiglia e spiegare che questi servizi forniscono un supporto adeguato e una guida pratica.
3. Ricordare ai ragazzi di non fare amicizia online con gli sconosciuti
È importante ricordare ai propri figli i “pericoli di un estraneo” nel mondo online e in quello reale. Bisogna fargli capire che devono essere scettici nei confronti di chi trovano online e che, se non li conoscono, non dovrebbero chiedere loro l’amicizia.
- Bisogna spiegare che online le persone possono creare profili falsi e fingere di essere qualcun altro. Ad esempio, possono mentire sulla loro età o fingere di essere bambini o ragazzi quando in realtà sono adulti.
- È necessario dire ai propri figli di fare attenzione a ciò che condividono online con gli amici, anche con quelli che credono di conoscere. Bisogna ricordargli di non dire mai dove vanno a scuola e dove si incontrano con i loro amici. Questo è il tipo di informazioni che gli estranei online possono usare per rintracciarli.
- Spiegare i pericoli che corrono su siti e app che utilizzano la messaggistica diretta e le videochat.
- È importante ricordargli di dire subito ai genitori se uno sconosciuto online gli chiede di incontrarlo di persona. Bisogna dirgli che non è sicuro incontrare nella vita reale qualcuno che hanno conosciuto online.
4. Considerare la sicurezza del nome utente
È importante mettere in guardia i propri figli sull’uso di nomi utente pubblici che assomiglino ai loro. Ad esempio, se il nome del bambino è Sarah Louise Smith ed è nato nel 2013, il suo nome utente su un account di social media o su un’applicazione di gioco non dovrebbe essere qualcosa come “SarahLouiseSmith13”.
I nomi utente che contengono informazioni personali aprono la strada ai molestatori per rintracciare i bambini. Al contrario, bisogna incoraggiare i bambini a essere il più creativi possibile con i nomi utente che usano online.
5. Utilizzare una VPN
Una VPN, o rete privata virtuale, instrada il traffico online attraverso un tunnel sicuro. Ciò significa che non solo il download di una VPN proteggerà i propri familiari quando sono online, crittografando tutti i dati, ma aumenterà l’anonimato dando ai propri dispositivi un nuovo indirizzo IP in un’altra località.